di leggere alcuni romanzi che, pur avendo avuto più volte tra le mani, non avevamo ancora avuto l'occasione di leggere. Gli incontri della MEL sono stati un ottimo pretesto per riprendere la lettura di quei testi.
*Pierre Michon, Rimbaud le fils, Paris, Gallimard, 1991 – perché è insieme una creazione letteraria ed una riflessione critica, perché ci fa riscoprire e comprendere Rimbaud, attraerso la scrittura piena d'immagini di un autore dalla creatività porosa come Michon.
*Pierre Bergounioux, L'orphelin, Paris, Gallimard, 1992 – per cercare di comprendere il significato di essere figli, e per cercare di definire il proprio tempo da figli, nel vuoto lasciato da qualunque figura rappresenti la paternità.
*Tanguy Viel, Cinéma, Paris, Les éditions de Minuit, 1999 - anche se, durante Les enjeux, Viel ha manifestato la sua nuova necessità di « immagini fisse », è da Cinéma e dalla riflessione sulle figure in movimento che la sua scrittura letteraria ha preso vita, per poi attraversare le forme di narrazione che l'hanno portata alla Disparition de Jim Sullivan, il suo ultimo romanzo. Da leggere, entrambi.