Christophe Claro, Crash-tests, Arles, Actes-Sud, 2015 – è un romanzo che mostra la linea sottile che separa la vita dalla morte, il lavoro dalla distruzione. La scrittura di Claro dà forma a tre personaggi, un uomo alle prese con le contraddizioni e gli scenari macabri dei crash-test delle auto, negli anni '70, quando ancora le prove della morte si facevano con cadaveri veri, per scongiurare la morte e per cercare di preservare la vita; una donna che vive dell'industria del porno, sospesa tra vita potenziale e distruzione puntuale; un adolescente che, travolto dall'energia vitale, non distingue i codici dell'osceno.
Crash-test è un romanzo sulla gestione dell'eccesso, sulla percezione della dismisura, un'indagine compiuta da una scrittura che non teme di uscire dalla pagina per diventare essa stessa rappresentazione.
Claire Fercak, Histoires naturelles de l'oubli, Paris, Vertical, 2015 - Odradek e Suzanne, due vite tra loro lontanissime, sono unite dalla stessa amnesia: un rifiuto post-traumatico del passato li spinge sulla soglia di un'esistenza nuova. Se l'uno, superate le barriere della propria percezione come essere umano, inizia a studiare la sua nuova nascita in quanto animale, l'altra, allontanata la figlia come ultimo frammento della sua vita precedente, inizia ad immaginare una realtà che non esiste, e vede, in Odradek, l'ombra di un marito che non tornerà più. Un romanzo sul superamento delle barriere, una scrittura che mostra come, talvolta, la dismisura nella percezione del reale possa generare mondi paralleli, qualche volta destinati alla distruzione.
Violaine Bérot, Des mots jamais dits, Paris, Buchet-Chastel, 2015 - è possibile essere, nello stesso momento, bambini e adulti, figli e genitori, spensierati e responsabili del benessere di una famiglia? È possibile saltare l'evoluzione della crescita e trovarsi a prendersi cura di chi, invece, dovrebbe aver cura? È quello che succede alla protagonista di questo romanzo, una bambina cui è imposta la dismisura della crescita, un fragile essere umano messo sul piedistallo del supereroe, ma solo per pigrizia altrui, solo per l'incapacità dei genitori di riconoscere il loro ruolo, di accettarlo, di svolgerlo. C'è solo un modo per ristabilire le proporzioni: la fuga. Ma non è forse questa un'altra trappola dell'eccesso? Non è forse questo un passaggio troppo violento in un mondo sconosciuto?
La scrittura di Violaine Bérot prova a rispondere a queste domande.