vendredi, 28 février 2014 10:27

Vendette

Written by 

DSCN4008di Giusi Alessandra Falco

Sono le direzioni inattese della vita, quelle descritte da Djian nei suoi romanzi, sono le svolte improvvise nella quotidianità degli uomini che determinano la nascita di una storia, di un inizio nuovo.

Nel romanzo Vengeances, l'inizio nuovo che fa esistere il romanzo si ritaglia uno spazio nella devastazione emotiva di Marc, un uomo consumato dalla morte volontaria, ricercata attraverso il suicidio, del giovanissimo figlio. È Gloria, piccola donna acerba, ubriaca ed indifesa, che impone la sua presenza nel tempo di Marc, polarizzandone l'attenzione e la direzione dei sentimenti, mettendo in disordine il suo equilibrio emotivo e facendogli rivedere sotto la luce del tempo che è passato, il suo rapporto col figlio scomparso. Perché Gloria aveva un rapporto col figlio di Marc, un rapporto particolare, che il padre cerca, a suo modo, di riprendere laddove era stato interrotto, un po' dubitando, un po' non riuscendo a fare a meno di viverlo.
Con le sue reti di sguardi obliqui, di relazioni interrotte e di istinti vitali spezzati, Vengeances si presenta come un romanzo di rapporti incrociati, in cui Djian mostra che una sola presenza umana può modificare il corso di esistenze già avviate e può rimettere in discussione gerarchie sentimentali e, talvolta, istituzionali.
La scrittura di Djian, carica di sottintesi, di non detti, e volta a far leva sulle sfumature di significato per mostrare le sfaccettature dei caratteri, condensa le reazioni in riposte brevi, e affida l'evoluzione dei rapporti al gioco di sguardi, di gesti, di presenze-assenze, più che alle parole dette. Così, il romanzo resta materia in movimento, e sarà la lettura a determinarne la forma, memorizzando la direzione momentanea delle linee della prosa.

Philippe Djian, Vengeances, Paris, Gallimard, 2011

Vendette, traduzione italiana di Daniele Petruccioli, Roma, Voland, 2011

Last modified on vendredi, 28 février 2014 11:46