Se poi Moresco decide di non raccontare una fiaba qualunque, pescata a caso dal suo cilindro di storie, ma una Fiaba d'amore, forse è meglio fare il vuoto attorno, e spalancare occhi e orecchie, per non rischiare di perdere qualcosa.
Perché Antonio Moresco l'ha intitolato così, Fiaba d'amore, il suo ultimo romanzo, uscito appena un anno dopo il precedente, La lucina, altra fiaba sospesa tra la vita e la morte, quasi a voler anticipare quello che avrebbe scritto più tardi. Quest'ultimo testo racconta dell'amore, impossibile, in terra, tra un vecchio pazzo – uno straccione rifiutato dal mondo – e una bellissima ragazza, che, tra i vivi, s'incontrano e si perdono, e dovranno cercare spazio in un'altra dimensione per avere una possibilità di ritrovarsi.
Con questa narrazione dell'impossibile, Moresco continua a tracciare il percorso intrapreso con Gli incendiati, e piega la sua scrittura alla rappresentazione dei sentimenti e della loro crudeltà. In questo modo, la scrittura viene svuotata della passione della prima persona e modula su una voce che non desidera altro che raccontare, condividere col lettore verità umane, mostrate da personaggi che hanno sempre vissuto al margine e che, da lì, hanno imparato a guardare la vita. Il loro punto di vista laterale permette una visione parziale, in cui la solitudine sembra essere il compromesso ideale tra gli uomini, e, nello stesso tempo, rende la scrittura dell'autore sommessa, sempre più piena di silenzi, e, per questo, sempre più preziosa. Infatti, sono proprio le pause, le frasi brevi, a rappresentare i momenti di svolta, tanto nelle vicende narrate quanto nel ritmo della scrittura, che, assecondando la storia, si fa sempre più essenziale, sempre più lineare.
Fiaba d'amore è un romanzo che sorprende per la sua capacità di mostrare la difficoltà di essere al mondo, il dolore che può nascere dall'incomprensione, dall'incapacità di vedersi davvero, e che, talvolta, può portare a considerare inutile l'esistenza, impossibile la sopravvivenza. Eppure, i personaggi di Moresco, riescono a trovare uno spazio in cui accettarsi, vivere l'uno accanto all'altro, amarsi, a loro modo. Anche da esclusi, anche da emarginati, anche da estranei alla vita; ma in maniera autentica e totale, come spesso ci si dimentica di poter fare.
Antonio Moresco, Fiaba d'amore, Milano, Mondadori, 2014