Il suo autore, Thierry Illouz, francese, nato a Sétif, in Algeria, nel 1961, è scrittore e drammaturgo, oltre che avvocato. Celebre paroliere per Juliette Greco, Eddy Mitchell, Art Mengo, Enzo Enzo, solo per citare gli artisti più famosi anche nella Penisola, è un letterato di grande immaginazione creativa e capacità introspettiva.
Il premio – consegnato a Parigi il 26 ottobre e preceduto dalla conferenza "Le juge dans l'œuvre de Simenon et dans la réalité d'aujourd'hui" – segna sia uno dei riconoscimenti in patria di un intellettuale poliedrico quanto, soprattutto, l'occasione di farne conoscere l'opera in Italia.
Dopo due romanzi pubblicati da Fayard (L'ombre allongée e Quand un soldat), il successo di La Nuit commencera, pubblicato da Buchet Chastel, è preannunciato dalle sue numerose pièce teatrali. Ricordiamo solo le più recenti: La troisième robe, letto al Théâtre du Rond Point di Parigi da François Morel; Les invités, scritto per Yves Heck; e J'ai tout, pubblicato da Buchet Chastel, letto per la prima volta da Charles Berling al Festival d'Avignone nel 1999, e messo in scena per la prima volta da Jean-Michel Ribes al Théâtre du Rond Point nel 2007.
"Raro momento di grande teatro", così di recente si è espressa la critica di Le Figaro Armelle Héliot a proposito del teatro di Illouz.
La scrittura dell'autore francese affonda, sempre, in qualsiasi forma artistica si plasmi, nell'intimo dell'animo umano. In La Nuit commencera, così come aveva fatto in J'ai tout, lo fa attraverso il monologo. Si tratta qui del monologo di una madre la sera precedente il processo per omicidio del figlio, e se leggiamo che "I crimini non sembrano appartenere alla realtà, li abbiamo scacciati dal reale a furia di romanzi, di film, di serie televisive, li abbiamo sradicati dalla verità per modellarli diversamente, come delle finzioni", la scrittura di Illouz ci fa invece entrare in un mondo dove i crimini esistono davvero, e non sono quelli dei telefilm d'azione o di suspense, ma degli accidenti della vita quotidiana, quando basta un niente per oltrepassare la linea.
La Nuit commencera è un'indagine, densa e passionale, urgente e disperatamente sincera, di una realtà nascosta e rimossa. I colpevoli, quelli la cui colpevolezza è certa, i mostri, gli assassini, chi non è difendibile sono il cuore delle riflessioni di questo romanzo.
Attraverso la voce della madre di un condannato, certa che l'indomani il figlio inizierà anni e anni di carcere, un'altra vita, il romanzo scava nei fatti e nelle riflessioni della Giustizia e delle pene, della punizione come dinamica sociale e rimozione umana.
"[...] difendere i colpevoli, [...], ecco chi si deve difendere, chi altri? Quello che è davvero impossibile, insopportabile, è difendere gli innocenti, gli innocenti non hanno bisogno di essere difesi, hanno bisogno che si veda la loro innocenza, che la si riconosca. [...] Difendere i colpevoli, questo è un dovere, una necessità, un obbligo morale, perché hanno bisogno di essere soccorsi, hanno bisogno di una voce che pianga per loro".
Raccontando la propria vita, o comunque esplorandone a tratti delle parti, la madre ripercorre il rapporto con il figlio, cerca di capire come Sébastien abbia potuto arrivare a uccidere. Ma solo il moto dell'amore, un amore diverso, più forte, più intimo, più solo, potrà d'ora in poi unirli.
La società allontana i criminali e chi sta accanto a loro, ne fa delle rappresentazioni che, nel timore di riconoscersi, non vuole vedere. Immaginandosi normali, si scacciano i diversi nei mondi della rappresentazione per osservarli solo tramite degli stereotipi.
Da vero conoscitore di queste realtà e con una straordinaria sensibilità, simenoniana appunto, Illouz va molto oltre e ci apre le porte e il cuore a quando inizia la notte:
"Fragilità di coloro che devono presiedere e rendere conto tanto velocemente all'autorità, di fronte al vuoto, al non sapere assoluto di questi incarichi smisurati di giudicare gli uomini, di essere elevati al compito inimmaginabile di decidere del destino degli altri. La madre li ha guardati mentre prendevano posto, ha accettato di vederli venire avanti per giudicare suo figlio, si può sperare nelle indulgenze della giustizia, di sicuro nelle comprensioni, ma non si può rifiutare la sua autorità. Si è sottomessa a quello che sarebbe successo e anche Sébastien accetta. Le aule di udienza sono piene di persone che accettano, che si rassegnano, che accondiscendono alla spada e al castigo. Non c'è nient'altro da dire, mentre si crede che la furia tuoni, che la rivolta si insinui, che la rabbia faccia il proprio cammino, le aule di udienza tacciono, abbassano gli occhi, e i giurati, nelle loro giacche troppo strette, hanno occhi di bambini sconvolti che sprofondano nello sguardo dei giudici come dentro a piscine calde e rassicuranti".
La Nuit commencera di Thierry Illouz, Buchet Chastel, 2014